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Chi fa la registrazione del contrato di affitto?

La registrazione del contratto di affitto (con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016), deve essere effettuata esclusivamente dal titolare dell'immobile, sempre presso l’Agenzia delle Entrate, entro 30 (trenta) giorni dalla firma e se l’affitto ha una durata maggiore di un mese.

Se non rispetti la scadenza, il contratto risulta nullo.

Quali sono i tipi di un contratto di affitto?

L'obbligo di registrazione del contratto vale per i seguenti casi:

i contratti di affitto 4 + 4 a canone libero;

i contratti di affitto 3 + 2 a canone concordato, senza o con cedolare secca;

i contratti transitori stipulati con studenti o lavoratori in trasferta;

i contratti di locazione a uso foresteria.

Quanto costa la registrazione di un contratto di affitto?

All’atto della registrazione dovrai versare:

L’imposta di bollo: pari a € 16 per ogni 100 righe di contratto, o per 4 facciate;

Cosa succede se non si comunica la registrazione del contratto di affitto?

Se tramiti controlli si scopre che non si è provveduto alla registrazione di un regolare contratto di affitto, si può essere sanzionati con multe che vanno dal 120 al 240% dell’imposta di registrazione.

Un giudice potrebbe mettervi nelle condizioni di dover poi farvi affittare il bene immobile oggetto del contratto per somme irrisorie e per un lasso di tempo che va dai 6 agli 8 anni, senza poter rescindere il contratto, oppure che il giudice trasformi il tuo contratto di affitto non registrato in un contratto libero 4+4 o 3+2;

  • Di non poterti rivalere contro l’inquilino moroso o che non libera l’appartamento alla scadenza del contratto.
  • Non puoi fare richiesta al giudice dello sfratto esecutivo, ma puoi solo intentare una causa ordinaria, molto più lunga e costosa.

Se registri il contratto con un importo minore a quello che percepisci realmente dal conduttore, rischi sanzioni fino a 7.745 euro, oltre che il pagamento dell’imposta dovuta in misura maggiorata dal 240 al 480%.

Si può risparmiare sui costi di registrazione?

Se si vuole risparmiare sui costi di registrazione per affittare una casa, si può optare per:

la “CEDOLARE SECCA”: in questo caso sono diversi i vantaggi fiscali, tra cui l’esenzione dall’imposta di registro e da quella di bollo;

oppure per un contratto in regime di “LIBERO MERCATO”: in questo caso l’imposta di bollo non è dovuta e potrai risparmiare questo costo registrando il contratto di locazione per via telematica.

Come ricevo i pagamenti degli affitti?

Il pagamento dell’affitto va fatto con strumenti tracciabili: a tal proposito la Legge di stabilità ha introdotto, per i proprietari di immobili che avevano contratti di locazione per uso abitativo, l'obbligo di ricevere il pagamento dei canoni attraverso bonifici, carte di credito, di debito o assegni bancari,/postali non trasferibili e/o assegni circolari, escludendo i contanti.

Il rischio, insieme al conduttore, è di perdere le agevolazioni fiscali previste per questo contratto.

Cosa è consigliato fare per affittare casa:

  • avere tutti i locali puliti;
  • avere tutti gli impianti a norma;
  • avere gli elettrodomestici funzionanti, se sono inclusi nel canone di affitto;
  • essere libera da ipoteche, pignoramenti e/o cartelle Equitalia.
  • richiedere l’Attestato di Prestazione Energetica (APE):

Quali cose importanti bisogna tenere presente per affittare casa?

Bisogna come prima cosa scegliere bene l’inquilino; farsi vedere le sue ultime buste paga (se è un lavoratore dipendente), o l’ultimo Modello Unico (se è un lavoratore autonomo);

Bisogna fare la voltura delle utenze perché siano intestate ai nuovi inquilini;

Bisognerebbe farei una lista del mobilio, con rilievo fotografico, della casa perché vengano rilevate, una volta risolto il contratto, eventuali danni da far riconoscere agli inquilini uscenti;

Bisognerebbe stipulare una polizza assicurativa da richiedere nel contratto di affitto come obbligatoria oppure richiedi un deposito cauzionale.

Qual è la correlazione tra prima casa e affitto?

Affittare la prima casa senza perdere le agevolazioni fiscali riguarda esclusivamente il proprietario, il quale dà in affitto.

Per non perdere le agevolazioni è necessario che si fissi la residenza nello stesso Comune in cui è situata l’abitazione-prima casa, non si venda prima dei 5 anni dal rogito e non si proceda all’ acquisto di un altro immobile entro un anno.

Chi è proprietario di prima casa non è detto che fissi la residenza proprio in prossimità di questa, potendo anche avere il domicilio altrove, purché nello stesso Comune.

Ecco che allora, in questo specifico caso, può dare in affitto l’abitazione che si qualifica come prima casa senza rinunciare alle agevolazioni. Nulla vieta, infatti, di “utilizzare” l’immobile anche per ottenere delle utilità economiche o per dar luogo a investimenti.

Si può dare in affitto la prima casa?

In definitiva, la soluzione al quesito che ci è stato posto è la seguente. Si può affittare la prima casa a due alternative condizioni:

o è necessario fissare la propria residenza nello stesso Comune ove si trova il nuovo immobile dato in affitto;

oppure è necessario attendere non meno di 18 mesi dal rogito per fissare la propria residenza in un altro Comune.